di Maria Chiara Arata
Crediamo e sosteniamo l’importanza dell’educazione finanziaria
L’esigenza di alfabetizzazione economica e promozione della cultura finanziaria non è certo un tema nuovo.
I consumatori, gli istituti finanziari e le stesse autorità di vigilanza sono consapevoli da tempo che la sfida che si trovano ad affrontare è complessa e soprattutto messa in primo piano da numerosi studi e ricerche svolti nell’ultimo decennio.
Già nel 2005 infatti l’OCSE sottolinea l’importanza dell’educazione finanziaria e ne dà una definizione, nel 2007 poi possiamo assistere alla creazione di un importante contributo da parte della Commissione Europea in cui vengono delineati i principi per programmi di educazione finanziaria di qualità, concludiamo citando anche l’ormai arcinota indagine condotta dall’università di Pisa del 2012 che valuta la preparazione degli studenti italiani insufficiente, vedendoli nella parte bassa della classifica in materia finanziaria nel contesto internazionale.
L’importanza di creare un programma ad hoc è quindi sotto gli occhi di tutti da tempo ed è resa sempre più necessaria dai sempre più frequenti scandali e proteste dei consumatori non sufficientemente preparati ad affrontare delle scelte in materia finanziaria che potrebbero compromettere il loro futuro.
Il principio su cui si basa questa “crociata” si fonda sulla convinzione che il cittadino che agisce consapevolmente sull’economia individuale possa a cascata riflettersi sul benessere sociale. L’alfabetizzazione insieme alla regolamentazione di tutti gli attori operanti nel settore dovrebbe garantire uno scenario ottimale entro cui i singoli possono muoversi con maggiore sicurezza.
Un concetto rivoluzionario è il vedere il consumatore come primo attore insieme alle istituzioni nella creazione di un contesto sano e consapevole. Non possiamo più relegare i compiti di protezione del consumatore ai soli organi di controllo! È necessaria una presa di coscienza da parte del singolo che deve caricarsi della sua parte di responsabilità, ammettere le sue lacune e operarsi in modo attivo perché la sua interazione con gli strumenti finanziari sia basata sulla consapevolezza.
Non più un welfare tradizionale bensì un welfare partecipativo.
Partecipare al benessere della propria persona e della propria famiglia è una sfida a cui nessuno di noi si può sottrarre, specialmente in tempi in cui lo stato si sta parzialmente restituendo ai cittadini la responsabilità individuale della protezione del proprio patrimonio.
Solyda crede fermamente che alla base di tutte le scelte che vedono in gioco stabilità futura finanziaria e assicurativa, deve esserci una conoscenza reale e approfondita.
Una delle nostre missioni, perseguita anche tramite la Business School è contribuire alla formazione e fornire ai collaboratori e quindi ai loro clienti delle fonti autorevoli.