di M C Arata
I rischi di catastrofi naturali.
Gli italiani percepiscono il rischio ma non agiscono per proteggersi dai danni principali.
Nelle ultime settimane allagamenti, grandinate e eventi atmosferici imprevedibili hanno tolto il sonno a non pochi di noi, non è un caso se gli italiani sono i primi al mondo per percezione di vulnerabilità di fronte ai rischi emergenti.
Nell’anno appena passato in tutto il mondo, i disastri naturali hanno prodotto perdite per 210 miliardi di dollari, di cui soltanto 82 coperti da assicurazione.
La tragedia non si calcola solo in terribili perdite umane ma anche in letali danni al patrimonio abitativo delle famiglie italiane che purtroppo si trovano ad avere tutto sulle spalle. Fino ad ora gran parte dei danni sono stati risarciti dall’intervento pubblico e solo una piccola parte è in capo alle compagnie assicurative.
Una maggiore diffusione dello strumento assicurativo permetterebbe di mettere meno in crisi la finanza pubblica visto che l’italia ha un’elevatissima esposizione al rischio sismico e una forte esposizione al rischio alluvionale, senza contare il temendo impatto che si registra negli anni successivi alle catastrofi in termini di mancato sviluppo.
Gli Italiani percepiscono il rischio ma purtroppo non agiscono per proteggersi dai principali danni. Basti pensare che dal 1950 ad oggi, i terremoti hanno causato 5.000 vittime e quelli avvenuti tra il 1968 e il 2017 hanno prodotto danni diretti per 108 miliardi di euro. Lo stato ha speso 122 miliardi per i sismi accaduti tra il 1968 e il 2012, spesso erogati a distanza di anni dall’evento.
Il rischio per il patrimonio abitativo italiano è enorme: 14,2 milioni di abitazioni sono in aree a rischio sismico elevato o molto elevato, 7,4 milioni in aree a rischio medio, su un totale di 34,7 milioni di abitazioni del valore di 5.400 miliardi di euro. Il rischio per le famiglie italiane è amplificato dalla concentrazione della loro ricchezza nel possesso di abitazioni e dal fatto che il 70% delle famiglie sono proprietarie della casa in cui vivono.
L’effetto della scarsa cultura assicurativa del nostro paese insieme alla fiducia nell’intervento pubblico ha fatto sì che le abitazioni assicurate per eventi come alluvioni o terremoti siano solo il 2%.
Purtroppo, non sono molte le strade percorribili per rimediare a questa situazione, Solyda ogni giorno cerca di fare la sua parte portando consapevolezza ed educazione assicurativa nelle case dei suoi clienti, ma sicuramente non basta, è necessario un intervento integrato che prenda in prestito le strategie già adottate da molti paesi europei con tassi di resilienza molto più alti dei nostri.